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La crisi e la fame

Non chiedono più solo lavoro. Ormai anche cibo. Nel giro di quattro anni, dal 2008 al 2012, le richieste del pacco di viveri sono cresciute del 37 per cento. E non solo tra gli stranieri. L’anno scorso tra gli italiani che si sono rivolti ai centri di ascolto della Caritas ambrosiana, uno su tre (per l’esattezza il 37 per cento) aveva bisogno anche di alimentari. “Dalla povertà non si esce facilmente -afferma don Roberto Davanzo, direttore di Caritas ambrosiana-. Il pacco viveri è la punta dell’iceberg, dietro c’è la mancanza di lavoro”. Del resto, nel 2012 sono aumentati dell’11,5 per cento, rispetto al 2011, i disoccupati di lungo periodo che hanno chiesto aiuto in parrocchia: complessivamente rappresentano ormai il 25 per cento degli utenti, mentre sono il 31 per cento quelli che hanno perso il lavoro da poco tempo. È questo il quadro che emerge dallo studio su un campione rappresentativo di 16.560 utenti di 50 dei 330 centri di ascolto gestiti dai volontari di Caritas ambrosiana, nelle parrocchie dell’Arcidiocesi di Milano (che comprende anche le province di Varese, Monza-Brianza, Lecco e una parte di quella di Como). “La risposta che dobbiamo dare ai nuovi poveri è sempre più complessa -aggiunge don Davanzo-. Non basta soddisfare l’urgenza del pacco di pasta. Per questo stiamo facendo corsi di formazione ai volontari: ogni povero deve essere accompagnato verso possibili soluzioni”. Lo studio farà parte del 12° Rapporto sulla povertà che verrà presentato in autunno.

Gli stranieri rappresentano ancora la stragrande maggioranza, circa il 70 per cento, di coloro che si rivolgono ai centri di ascolto. Sono in diminuzione del 2 rispetto al 2011. “Soprattutto peruviani e ucraini -sottolinea don Davanzo-. Molti dicono che vogliono tornare nel proprio Paese e, comunque, non fanno più ricongiungimenti familiari. In Italia ci rimangono o arrivano solo se non hanno alternative. La crisi sta erodendo la speranza. Anche degli italiani, che spesso cercano un espediente nel gioco d’azzardo, rovinando famiglie già in difficoltà”.

In generale, gli utenti dei centri di ascolto chiedono lavoro (61,6 per cento), sostegno al reddito (52 per cento, più 4 per cento rispetto al 2011), casa (15,3 per cento) e aiuto nelle pratiche (10 per cento, quasi tutti stranieri). Ma quel che colpisce è che tra gli italiani, la richiesta più ricorrente è quella di un sostegno al reddito (dal pacco alimentare al pagamento delle bollette) fatta dal 57,6 per cento, seguita da quella di un’occupazione (46,8 per cento). 

Redazione: Dario Paladini, 28.06.013

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