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La truffa dei senza dimora prestanome

Dai 50 ai 200 euro solo per mettere una firma. Per senza dimora in gravi difficoltà economiche sembra un affare. Peccato che con quella sigla, diventino prestanome e s’infilino in un girone infernale che spesso rende ancora più difficile il percorso d’uscita dalla strada. “L’accumulo di beni intestati preclude una possibilità di reintegro, perché appena si ottiene un lavoro la prima cosa che accade è il pignoramento di un quinto dello stipendio: si viene considerati subito inaffidabili”. È questa l’esperienza di Paolo Pezzana, fino a ieri presidente del Fiopsd, oggi suo consulente esterno. Non lo stupisce affatto il risultato di “Ghost cars“, l’indagine condotta dalla Procura di Roma con cui sono stati scoperti più di diecimila veicoli intestati a persone in grave stato d’indigenza, che vivono in strada, o a persone decedute: “È un tema delicato – spiega Pezzana -, perché si tratta di raggiri a danni di persone in estremo bisogno. Negli anni passati abbiamo incontrato senza dimora che avevano intestato a loro nome anche conti correnti in paradisi fiscali. Ovviamente in cambio di cifre molto maggiori rispetto a quanto si offre per intestarsi una macchina”.

Gli operatori di strada in questi ultimi anni hanno osservato che sono soprattutto le persone che perdono la casa per dipendenza da gioco d’azzardo le più esposte al rischio truffa: “Spesso sono senza dimora da poco e non hanno pendenze giudiziarie, perciò sono profili che destano pochi sospetti – evidenzia -. Forse, sono più fragili anche perché in quegli ambienti è più facile incappare in questi truffatori”. Gioco e strada: una relazione che con gli anni sta diventando tanto stretta: “Molti centri cominciano a raccogliere dati su quanti senza dimora hanno avuto dipendenza da gioco. Può darsi che domande per indagare anche questo legame vengano inserite anche nel nostro questionario che sarà somministrato tra 18 mesi”, aggiunge Pezzana. Servirà quindi ancora tempo per dimostrare quella che finora è solo una sensazione degli operatori.

Non esistono “piazze”: per adescare i senza dimora basta il passaparola. Il contante è l’argomento che convince più di tutti: “Servirebbero certamente più percorsi educativi per rendere consapevoli”, commenta Paolo Pezzana. Proprio domani l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano lancerà la fase pilota di Azione 44una campagna di sensibilizzazione sui temi della sicurezza finanziaria ed economica promossa insieme a Uni, Ente nazionale di normazione. Questa no profit lavora per diffondere regole che aiutino i consumatori nelle loro scelte. “Mi piacerebbe sapere se sono previsti incontri anche per le fasce più deboli della cittadinanza”, osserva l’ex presidente di Fiopsd. Difficile, infatti, trovare una strada giuridica per limitare le truffe negli ambienti dove la povertà è maggiore. L’unico strumento sarebbe impedire a chi ha residenze fittizie di intestarsi alcuni beni, come auto, case o società, ma la procedura avrebbe tre controindicazioni: “Sarebbe ghettizzante, avrebbe molto probabilmente dei profili di incostituzionalità e sarebbe difficile compilare una lista dei beni”, sottolinea Pezzana. Anche chiedere più controlli alle agenzie che fanno pratiche automobilistiche è impossibile: hanno le mani legati per la normativa sulla privacy. Per limitare i danni, l’unica arma disponibile è quella dell’informazione.

Redazione: Lorenzo Bagnoli, 23.04.2013.

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