La fame di casa accomuna tutta l’Europa “Club med”, l’unione dei Paesi affacciati sul Mediterraneo che più hanno sofferto della crisi economica. Il processo s’è riproposto, infatti, anche in Spagna, dove sono 159 gli sfratti eseguiti ogni giorno. Lo racconta Mariangela Paone, giornalista italiana di base a Madrid, in un’inchiesta pubblicata sul suo blog El fin de fiesta.
Il meccanismo ricalca quanto svelato da Terre di mezzo nell’inchiesta “Morosi d’Italia”: all’aumento della disoccupazione corrisponde la crescita delle persone a rischio sfratto. O meglio, pignoramento: più che gli affittuari le vittime della guerra alla casa spagnola sono i cittadini che hanno acceso un mutuo.
In assenza di aiuti economici, ai cittadini non resta altro che organizzarsi per resistere all’intervento della forza pubblica. È quanto fa la Piattaforma Vittime degli Sfratti, base del movimento Stop Desahucios. Se in Italia i cittadini chiedono il blocco degli sfratti, alla corte di re Juan Carlos i movimenti raccolgono le firme per cambiare la legge sui mutui e introdurre la la dación en pago (dazione in pagamento), la restituzione dell’immobile in cambio della cancellazione del debito. C’è un meccanismo perverso che aggrava la situazione degli sfrattati spagnoli: una volta usciti di casa, l’immobile che occupavano il più delle volte va all’asta. Se la prima va deserta, se lo aggiudica la banca pagando il 60% del suo valore immobiliare. Ma gli ex inquilini devono in ogni caso pagare la differenza tra l’ammontare del mutuo e la cifra della chiusura dell’asta, più gli interessi maturati. In questo girone infernale sono finiti 400mila spagnoli.Testo: Lorenzo Bagnoli, 3.12.2012.PER APPROFONDIRE, leggi l’inchiesta sul caso italiano pubblicata su Terre di mezzo Magazine di dicembre.