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Lungo i binari: l’ultimo lavoro delle donne sarde

L’entroterra sardo è un paesaggio di uomini. Pastori, automobilisti, cacciatori. Ma a ben guardare, a ogni incrocio fra strada e ferrovia c’è un puntino giallo fosforescente, una testa di capelli neri.

Sono le “guardabarriere“: donne che, nel loro giubbotto catarifrangente, allacciano (e poi slacciano) una catena fra due stipiti di cemento, per chiudere la strada quando l’attraversa il treno. A loro è dedicato “Cadenas” della regista milanese Francesca Balbo.

Un mestiere femminile per tradizione, sin dall’800, quando, ai tempi delle case cantoniere, agli uomini spettavano i lavori pesanti, e le mogli potevano ben incastrare fra le faccende domestiche questo facile compito. Che tanto facile non è più: le case cantoniere sono scomparse e si abita nei paesi. Così alle guardabarriere sono rimasti capanni senza luce né bagno, in mezzo alla campagna deserta. Per evitare un dispendioso andirivieni in auto, ci si ferma lì quasi tutto il giorno. E si aspetta. Treni che dovrebbero arrivare a ogni ora, ma che spesso, sono in ritardo. A quel punto il passaggio è imprevedibile: per aiutarsi, quando il treno arriva, si fa uno squillo alla collega, che ha il tempo di met-tere via l’uncinetto e prepararsi. E alla sera, contro la paura del buio e della solitudine, ci si porta una pila, e la mamma: sarà solo una vecchietta, ma ha fatto lo stesso lavoro per decenni e sa tranquillizzare meglio di qualunque energumeno.

“Un altro pianeta e, allo stesso tempo -spiega Balbo-, uno specchio, per me e per molti altri. Sono precaria: come queste donne passo tanto tempo nell’attesa. Poi all’improvviso arriva un lavoro (un treno), e devo correre”. Una condizione il cui racconto è affidato non tanto alle parole, quanto ai volti delle protagoniste e ai lunghi silenzi in cui sono immerse.

Oggi di queste lavoratrici ne rimangono poche decine, in Gallura e nel cagliaritano. Poche, ma agguerrite contro i tagli di stipendio e l’automatizzazione delle barriere.

Guardate il trailer qui.

Le prossime proiezioni del film di Francesca Balbo sono pubblicate sul sito di cadenas.

Se invece desiderate organizzarne una, scrivete qui

Testo: Giulia Genovesi

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    Pubblica ogni anno più di 100 titoli. Tra le collane principali ci sono: L’Acchiappastorie albi e narrativa per bambini e ragazzi, i Percorsi a piedi e in bicicletta, I Biplani, racconti di grandi autori illustrati da artisti di fama, i manuali creativi delle Ecofficine.
    I primi grandi bestseller sono stati la guida al cammino di Santiago de Compostela e La grande fabbrica delle parole, di Valeria Docampo.
    Negli ultimi anni ha portato in Italia le serie di Dory Fantasmagorica e Cane Puzzone, ha pubblicato più di 40 guide ai cammini italiani e ha dato alle stampe i testi di Paolo Cognetti e Erri De Luca impreziositi dalle illustrazioni di Alessandro Sanna, e di Wislawa Szymborska con Guido Scarabottolo, e Claudio Piersanti con Lorenzo Mattotti.

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